N°15 Febbraio 2025 “Welfare aziendale e comunicazione: un equilibrio necessario”

Benvenute/i in questo nuovo numero della newsletter Walaland, dedicata a chi, come noi, si occupa di benessere nel mondo del lavoro. 🎉📰
Questo mese su Walaland vogliamo parlare di comunicazione, in particolare in relazione al welfare aziendale e al benessere organizzativo.
L’efficacia della comunicazione in questi ambiti viene spesso sottovalutata o data per scontata, riducendola a un semplice strumento per informare sulle iniziative aziendali già avviate. In realtà, una comunicazione ben strutturata non si limita alla sola divulgazione, ma ha il potenziale di creare un dialogo attivo, favorire il coinvolgimento delle persone e rafforzare il senso di appartenenza all’azienda. Ignorare questa dimensione significa perdere un’opportunità di valorizzare le azioni fatte in ambito welfare e renderle realmente efficaci.
In molte realtà aziendali riscontriamo una difficoltà crescente nel coinvolgere e ingaggiare le persone. Il welfare può essere uno strumento potente per migliorare questa situazione, ma è essenziale ricordare che anche il miglior piano di welfare, se non ben comunicato, rischia di non raggiungere gli obiettivi desiderati.
Il paradosso del welfare non comunicativo
Un errore comune tra le aziende è quello di sviluppare piani di welfare ampi e strategici, con il potenziale di generare impatti positivi non solo sulla popolazione aziendale, ma anche sul territorio e sulla comunità. Tuttavia, senza una comunicazione efficace, questi progetti rischiano di restare nell’ombra, traducendosi in un basso utilizzo e in un ritorno minimo rispetto alle risorse investite.
Un altro problema diffuso riguarda la disconnessione tra comunicazione interna ed esterna. In molte aziende, la comunicazione rivolta all’esterno è curata nei minimi dettagli per attrarre nuovi talenti e consolidare l’immagine del brand, mentre quella interna viene trascurata. Questo porta a situazioni paradossali in cui i/le dipendenti vengono a conoscenza delle iniziative aziendali tramite canali esterni.
Ma qual è il rischio di questa incoerenza?
- Un calo di fiducia: quando la narrazione aziendale esterna non rispecchia la realtà vissuta dalle persone all’interno, si crea disillusione.
- Mancanza di engagement: le persone si sentono poco coinvolte e meno parte della realtà aziendale.
- Difficoltà nel trattenere i talenti: un’azienda che non investe nella comunicazione interna rischia di perdere risorse preziose.
Un’indicazione chiara dai lavoratori e dalle lavoratrici
A confermare quanto sia fondamentale un welfare realmente comunicato ed efficace, il 7° rapporto Censis-Eudaimon evidenzia che il welfare aziendale è ormai conosciuto e apprezzato, e che l'89% dei lavoratori e delle lavoratrici desidera essere ascoltato e pretende benefit personalizzati.
Questo dato sottolinea una necessità chiara: le persone vogliono un welfare che risponda alle loro reali esigenze e che sia comunicato in modo efficace e inclusivo. Non si tratta solo di fornire informazioni, ma di creare una cultura aziendale che valorizzi il benessere e la crescita personale.
Comunicazione interna: un’arma a doppio taglio
Quando un’azienda comprende l’importanza di diffondere le iniziative di benessere organizzativo grazie a strumenti di comunicazione interna e decide di condividere le proprie iniziative, è fondamentale che lo faccia in modo efficace e strategico.
1️⃣ Adattare la comunicazione alla popolazione aziendale
Ogni azienda ha una composizione eterogenea: differenti età, esperienze, mansioni e livelli di digitalizzazione. Non esiste un unico strumento valido per tutti e tutte, ma è essenziale trovare il mix giusto per garantire inclusività e accessibilità.
Anche il contesto aziendale conta: una realtà in fase di acquisizione avrà esigenze comunicative diverse rispetto a un'azienda in rapida espansione.
2️⃣ Garantire coerenza tra azioni e narrazione
Ogni attività o servizio rivolto alle persone rappresenta una promessa. Comunicarlo in modo efficace significa trasformare il welfare da semplice iniziativa a leva strategica per il benessere aziendale.
Una governance solida della comunicazione aiuta a evitare il rischio di discrepanze tra storytelling e azioni concrete.
3️⃣ Evitare la comunicazione unidirezionale
Una delle criticità più frequenti è la comunicazione top-down, in cui l’azienda informa i/le lavoratori/trici senza coinvolgerli attivamente. Questo approccio raramente porta ai risultati sperati.
La comunicazione deve partire dal punto zero del processo, diventando uno strumento di ascolto e co-creazione.
Il ruolo della comunicazione bidirezionale
Un piano di welfare, anche se ben strutturato e con ampie risorse dedicate, potrebbe non essere percepito nel modo corretto dalle persone se non viene comunicato in modo inclusivo e partecipativo.
Gli strumenti per rendere la comunicazione interattiva e bidirezionale sono molteplici:
✅ Questionari per comprendere le esigenze reali delle persone.
✅ Focus group per stimolare il dialogo e ottenere spunti di miglioramento.
✅ Ambassador, ovvero persone all'interno dell’azienda che fungono da ponte tra la leadership e i/le lavoratori/trici, promuovendo una comunicazione continua e autentica.
Da una comunicazione passiva a una attiva
La comunicazione aziendale non deve essere vista come un processo statico o relegato alla fase finale di un’iniziativa. Al contrario, deve essere un motore strategico fin dai primi passi. Solo così si può garantire coinvolgimento, trasparenza e una reale valorizzazione delle persone.
Per noi, il welfare non è solo un allocazione di budget, ma un concetto olistico che abbraccia la comunicazione, la DE&I (diversity, equity & inclusion) e il benessere organizzativo. Tutti questi elementi sono trasversali e rappresentano due facce della stessa medaglia: il miglioramento della qualità della vita delle persone e la crescita sostenibile dell’azienda.