N°19 Giugno 2025: “DE&I: da slogan a strategia – perché l’inclusione fa (ancora) la differenza”

Benvenuti e benvenute in questo nuovo numero della newsletter Walaland, dedicata a chi, come noi, si occupa di benessere nel mondo del lavoro.
📈🌈 Questo mese su Walaland vogliamo parlare di DE&I e di quanto, nonostante gli attacchi e i tentativi per smantellarla, resti un elemento importante per la reputazione ma soprattutto per la redditività e per l’attrattività verso le persone .
Ha senso rinunciare ai benefici misurabili dell’inclusione solo perché “non va più di moda”? 🤔
Questa è una domanda cruciale per chi oggi lavora in HR, CSR, comunicazione e per la leadership aziendale.
Gli attacchi alla DE&I non cambiano i fatti e la miriade di dati raccolti che dimostrano l’importanza per le aziende dell’attuazione di politiche per la diversità e inclusione: un celebre studio di Harvard Business Review (2023) ha dimostrato che le organizzazioni che si dedicano alla DE&I generano maggiori revenues derivanti dall’innovazione (73%), hanno maggiore capacità di penetrazione in in nuovi mercati (70%) e di prendere decisioni migliori (50%). Inoltre, il Boston Consulting Group (BCG) ha rilevato che i team con diversità di genere e culturale prendono decisioni migliori nell’87% dei casi.
Tradotto: la DE&I non è solo una questione etica. È una leva strategica.
Eppure, proprio adesso, che il mercato del lavoro richiederebbe apertura, intelligenza collettiva e capacità di leggere il cambiamento e che aumenta la consapevolezza pubblica dell’importanza delle diversità in tutte le sue forme, molte aziende, soprattutto negli Stati Uniti, stanno facendo un passo indietro: Secondo McKinsey & Company (dati 2024), oltre il 60% delle imprese americane ha ridotto o smantellato i team e i budget dedicati alla DEI (Diversità, Equità e Inclusione).
I motivi? Una combinazione di backlash culturale, pressioni politiche e logiche di taglio dei costi.
Ma la vera domanda è un’altra: le aziende ci guadagnano davvero, a disinvestire su diversità, equità ed inclusione (DE&I)?
La risposta è un deciso NO.
Molte realtà europee – e non solo – stanno facendo una scelta diversa: integrare davvero la DEI nelle strategie ESG, nella cultura aziendale, nei processi e nella governance. Perché hanno capito che la diversità non è una minaccia alla performance, ma un moltiplicatore di valore.
(Ri)-Partire sin da ora
Giugno è il mese del Pride. Ma non è (solo) il mese delle bandiere arcobaleno, degli hashtag celebrativi e delle campagne di comunicazione a tema. O almeno, non dovrebbe esserlo. E’ il momento per fare il punto, ogni anno, su quanto davvero stiamo costruendo contesti inclusivi, equi e rappresentativi. Di quanto stiamo traducendo parole e immagini in scelte concrete, soprattutto nel mondo del lavoro.
Perché - ed è forse utile fare una precisazione - la diversità non riguarda solo l’identità LGBTQAI+. Include differenze di genere, età, abilità, cultura, etnia, orientamento, background socioeconomico, neuro divergenza, lingua, esperienza, ecc. Tutte quelle caratteristiche che rendono le persone diverse tra loro – e che, se riconosciute e valorizzate, generano ricchezza.
Il rischio oggi non è solo di perdere un’occasione. È di regredire culturalmente ed addirittura economicamente.
Le iniziative superficiali sono le prime a cadere. Ma quelle integrate nei processi – dalla selezione al linguaggio, dalla valutazione delle performance alla leadership inclusiva – sono le uniche a resistere, evolversi e portare risultati nel tempo.
Dunque, la diversità non è un trend da seguire. È una visione da scegliere anche quando il contesto rema contro. E le realtà che oggi continueranno a crederci, saranno le stesse che domani guideranno il cambiamento – e il mercato.
Ma come fare?
Per costruire una DE&I autentica e duratura, dobbiamo partire da chi ne è direttamente coinvolto: le persone. Coinvolgere le diversità, ascoltare esperienze, bisogni e visioni è il primo passo. Solo da lì possono nascere azioni che non siano percepite come imposte o di facciata, ma come risposte concrete a ciò che realmente conta. Nessuna strategia può funzionare se non viene co-progettata per e con chi vive ogni giorno la complessità dell’inclusione. È con un approccio bottom-up che parte dall’ascolto che si evita il “washing”, ed è così che si crea impatto reale.
Grazie per averci letto e se credi che la tua realtà possa crescere grazie ad una strategia DE&I non esitare a scriverci!
Il team di Walà 🌸